Cronistoria di un disastro
Questi che stiamo vivendo sono tempi di un disastro inimmaginabile. Ma cosa ci fa pensare che non diventi “una possibilità”, un’abitudine “segreta” dei governi a venire come arma di pulizia umanitaria? E quali i criteri nelle future occasioni?
Valore della vita
Da tempo assistiamo ad una scarsa considerazione della vita umana. Piano piano, un passo alla volta, l’asticella si sposta un pò più in là, affinché ci abituiamo e consideriamo “certi sacrifici” come la normalità. Arriviamo persino a convincerci che è giusto così. Ma chi lo ha stabilito?
Eneide
Rimane scolpita nella nostra memoria l’esempio di Enea quando fugge dalla sua città in fiamme. Il figlioletto Ascanio per mano e l’anziano padre Anchise sulle sue spalle. La nostra cultura millenaria non prevede l’abbandono e la morte come sacrificio. Non si lascia indietro nessuno, si prosegue tutti assieme, con il poco o tanto che la vita ci riserva.
La memoria
Ogni persona racchiude in sé un bagaglio di esperienze e conoscenze enorme. “Un vecchio che muore è una biblioteca che brucia.” Non ho potuto fare a meno di ricordare Fahrenheit 451 di Ray Barbury in cui, al contrario, ciascuna persona imparava un intero libro a memoria per evitare che si perdesse.
Cronistoria di un disastro: il romanzo
Ho voluto provare a sperimentare una possibilità distopica a breve termine. “Un distopico soft”; o, se si vuole, un rischio possibile del prossimo futuro se le coscienze non cambiano direzione. Come in “Epochè”, un lui e una lei, senza nomi, dei nipoti e… il sapore della vita che scorre.
Il Link
Buona lettura!
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