Clima d’odio
Ci si muove a periodi e a cliché: il lietmotiv attuale è “clima d’odio”. Mi domando di chi verso chi. A dirlo cosi farei la figura dello stupido: ma ovviamente del precedente Governo, del precedente Ministro dell’Interno, ma anche di “quelli là della famiglia” , di quei “medievali”! “Of course” , direbbe un mio amico dalla lontana Irlanda.
Ahimsa
E’ una parola sanscrita che significa “non nuocere”. Nell’impostazione indiana, esso è uno dei cardini della morale. Provo a metterci di mio: non nuocere significa “fà che la tua esistenza sia improntata al bene”. Bene verso sé stessi ma contemporaneamente verso l’intero creato. Più essenzialmente, vorrebbe dire “muoviti nel mondo non arrecando danno, disturbo, fastidio, ma, al contrario, muoviti in favore del bene di ciascun altro”.
Testimonianza
Testimoniare il proprio modo di vivere, la propria fede, ma anche le proprie opinioni, manifestarsi per quello che si è, comprese le mancanze, mi pare, sia la forma di assoluta adesione al mondo, una coraggiosa lealtà verso sé stessi e gli altri. Testimoniare significa farsi testimone di ciò di cui si è venuti a conoscenza: questa condivisione è insita nella natura umana. Platone, nel celebre mito della caverna (Apologia della verità) ci spiegava come scoprire la verità e renderla nota è un’irrinunciabile esigenza umana naturale, tanto irrinunciabile che si spinge fine al sacrificio della propria vita. Dire è un dovere morale, ma come da Vangelo (Matteo 10, 11-15), vale anche il monito secondo cui “se qualcuno non vi riceve né ascolta le vostre parole, uscendo da quella casa o da quella città, scuotete la polvere dai vostri piedi.” In sintesi, manifestare un pensiero (in modo sereno e pacifico), non presuppone né automatica accettazione, né però giustifica il clima d’odio.
Comunicazione
Non intravedo alcun clima sereno tutt’intorno ma non vedo neanche come lo si possa imputare ad un gruppo politico o al suo leader, né lo si possa attribuire a coloro che il pensiero radical individua di volta in volta come “nemici”. E’ forse un’esternazione pacifica quella di Fabio Sanfilippo, caporedattore di Radio1 che rivolto all’ex ministro dell’Interno dice “Tempo sei mesi e ti spari”, e continuando verso la figlia scrive: “Avrà tempo per riprendersi, basta farla seguire da persone qualificate.”? Lo è forse il comportamento di Lavinia Flavia Cassaro, professoressa che insultò le forze dell’ordine? Sono atteggiamenti pacifici quelli che limitano la libertà di opinione (vedasi Salone del libro di Torino 2019)(Pluralismo o bavaglio?), oppure le sguaiate proteste a Verona durante il Congresso della famiglia? Strappare i manifesti pro Life dalle cliniche, impedirne la diffusione (vedasi il comportamento dell’attuale ministro Spadafora) non mi sembra una modalità democratica né di rispetto pluralistico.
Differenze
Prendo spunto dalla “Settimana enigmistica” per giocare a “trova le differenze”: muoversi nel rispetto delle leggi e delle istituzioni, seguendo ogni iter democratico, nonché manifestare il pluralismo, al di là delle proprie idee, è un conto; imporre a tutti i costi ogni altra forma di interpretazione della vita, screditando chi non si allinea è la più elevata forma di violenza che si registra negli ultimi tempi.
Azioni
“Sono le azioni che contano I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fin tanto che non vengono trasformate in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” (Mahatma Ghandi). Non fa mistero che da quando scrivo in questo spazio, io sia stato bersaglio (lo affermo con franchezza e serenità) di insulti. I principali? Razzista, omofobo, conservatore reazionario. Che dire? Gli articoli sono tutti disponibili e il commento è libero. Chi mi frequenta di persona potrebbe testimoniare quanto io sia estraneo alle aggressioni di qualsivoglia tipo, né l’insulto rientra nelle mie modalità.
Piuttosto, il Rispetto.
Rosario Galatioto