Che la festa cominci
Associazioni di idee. E sia. Che la festi cominci! Accadono come frutto delle multi stratificazioni generate nel corso del tempo. A me, oggi, una serie di sovrapposizioni di immagini e pensieri. Pura fantasia elaborata dal mio cervello, null’altro, immagini oniriche, forse anche deliranti, ma ve le racconto semplicemente così per come mi si sono configurate. E immaginatevi pure, come colonna sonora, quella del 69esimo Festival di Sanremo, ovvero la canzone del vincitore.
Governi italiani
Senza andare troppo indietro nel tempo, rivedo i governi dal 1995, governo Dini, poi Prodi, arriva D’Alema che fa il bis, e poi ancora Amato. Poi due volte governo Berlusconi che si dimette. Subentra Prodi, di nuovo Berlusconi, altre dimissioni, il periodo era caldo, non gli si perdonavano neppure i fatti privati. Da li partono i governi “tecnici” quelli deprivati dalla volontà popolare, con la scusa che era per il bene del paese.
Ultra democrazia sanremese
Come per Sanremo 2019, i voti popolari vanno aggiustati. Governi tecnici, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, incarichi senza votazioni, incarichi per la maggior parte provenienti dall’allora Presidente Napolitano, l’ultimo da Mattarella. Dal 2011 al 2018, un settennato privo di democrazia, oppure con ultra democrazia, come quella sanremese: il popolo vota, questo è democratico, poi se non va bene si correggono le decisioni, questa è ultra democratico.
Mahmood
“Tu dimmi se pensavi solo ai soldi, soldi, come se avessi avuto soldi.” Guardo le immagini della giuria d’onore che balla, estasiata, sotto il ritmo tribale di questo brano che rappresenterà l’Italia all’Euro festival. Non so perché ma mi richiama un cliché tutto mio, immaginato, derivante dal romanzo di Ammaniti (Che la festa cominci), mentre tutta la Roma bene balla ad una festa dove l’unica cosa che conti veramente è esserci. Tutti ballano, bevono, fanno safari, bisogna far parte del gruppo che vince, bisogna salire sul quel treno. Oppure mi richiama “La Grande Bellezza”, le feste mondane, dove si sta per scacciare la noia, ognuno sull’orlo della disperazione.
Soldi
Nel mio delirio, vedo più che altro vuoti da colmare, un vuoto creato da decenni, secoli, impegnati a distruggere un senso, una cultura, per non avere nulla da mettere al suo posto. Sono in pieno delirio, mi chiedo perché tanto interesse su operazioni che non avvantaggiano nessuno, neppure coloro che le coordinano. Grandi inchini verso l’Europa, la BCE comanda sui nostri soldi, lo spread che ci fa paura, l’oro della banca d’Italia non è più nostro. Gli sbarchi. Gli aiuti dovrebbero essere un fatto umano, ma solo per noi italiani, mica per il resto d’Europa. Chi alza un ditino viene insultato, razzista! Che razza di gente, questi italiani che osano lamentare un problema organizzativo globale, europeo, sull’immigrazione. Non si accorgono che ci sono uomini in mare? Bisognosi! Bisognosi con i telefoni di ultima generazione, telefoni persino satellitari per segnalare l’esatta posizione di naufraghi al centralino di Alert Phone.
Chi paga?
Chi paga? “..pensavi solo ai soldi, soldi..”, canta Mahmood, che cattivo questo padre che “beve champagne sotto Ramadan”. Chi paga? Che cattivi questi gilet gialli, il popolo francese che si ribella, Macron, Merkel che cercano di dirigere quest’Europa, quant’erano bravi quei due, Monti e Fornero, con “lacrime e sangue”. Chi paga questa conquista dell’Europa, del mondo, chi finanzia questa svendita, noi inconsapevoli? Deliro, oggi deliro, ma vedo arabi che comprano tutto, che possono comprare tutto, magnati del petrolio con la fissa della conquista del mondo, perché no. Musulmani che avanzano, un Papa che s’accorda, smussa sul nostro credo, chissà, per evitare le bombe, tutto si può comprare, anche i nostri politici, anche i vertici europei. Anche i movimenti che reclamano qualcosa pure di distruggere la cultura cattolica. Avanti allora con Lgbt, avanti con ogni altro finto contenitore sociale che pretende di sostituirsi alle verità che hanno sempre riempito quel vuoto rimasto incolmabile. Scusate, ma in questo, diamo merito alla Fallaci e Houllebecq. La sottomissione può avvenire ad un prezzo, c’è chi è disposto a venderci.
E allora.. “soldi, soldi..”, canta Mahmood, che la festa cominci.
Io credo che sia già in corso.