Campanacci di vita
E’ uso solito dotare le mucche al pascolo di un campanaccio. Esso ha lo scopo di renderle più rintracciali nel caso si allontanino o si smarriscano nella nebbia. E’ un segnale di vita, pertanto.
Vita
Ciascuno di noi, durante la giornata, si manifesta, parla, cammina, grida, urla, ostenta silenzi e sguardi inequivocabili: sono segnali di vita, al pari dei campanacci. C’è sempre qualcosa di noi che manifesta la presenza.
Società
Una società composita trova adeguate sintesi riguardo alla presenza di ciascuno. Ognuno di noi è unico, e tali sono di conseguenza le istanze e le esigenze che ogni persona manifesta, a cominciare dalle idee e pensieri. La libertà di espressione, oltre che sancita dalla nostra Costituzione, è una delle libertà inviolabili dell’uomo e pertanto SEMPRE meritevole di tutela.
Crescita
Il dialogo, il confronto, il dibattito, sono sempre alla base della crescita di ogni società civile. L’imposizione di una sola linea di pensiero, o ancora il bavaglio alla libera espressione sono sintomatiche di una società malata, che non fa del rispetto il suo primo baluardo, e peggio ancora, castra lo sviluppo del pensiero stesso.
Identità
Libera manifestazione del pensiero ed identità camminano di pari passo. Nell’era della globalizzazione sospinta, si respira eccessivamente l’omologazione del pensiero. Chi non rientra subisce una sorta di subdolo ostracismo, il potere sociale lo estromette, limitando le sue manifestazioni, o addirittura le vieta.
Totalitarismo
La storia umana ci ha dato esempi molto significativi di totalitarismo. Liste uniche, partito unico, pensiero unico e purghe verso gli oppositori ne sono state le caratteristiche al punto tale che il consesso sociale le respinge con veemenza. Occorre fare attenzione però: il totalitarismo odierno si fa più subdolo e rischioso. La competizione, la lotta partitica, ma ancor prima la lotta ideologica, si pone sempre l’obiettivo di far sempre più seguaci e simpatizzanti. Questo farebbe parte dell’aspetto competitivo, ma l’eccesso, il superamento del limite del rispetto, pongono questo alacre perseguimento dell’obiettivo dall’altra parte della barricata, ovvero volge verso una forma di oppressione. Tutte le volte che lo scontro ideologico si rende “dimentico” del rispetto e del dialogo come momento di leale confronto, il rischio oppressivo si fa più forte.
Allarmi sociali
Inutile nascondersi: I fatti sociali di questi ultimi tempi manifestano nettamente questa tendenza. E’ sufficiente tacciare qualcuno di nazifascismo per poter reclamare il diritto di vietare ogni espressione di pensiero. In pratica, chi è scomodo, a prescindere del pensiero espresso, trova il veto aprioristicamente. Se da una parte certe estremizzazioni del passato rimangono censurabili, oggi si assiste ad una nuova forma di pericolo: il fascismo rosso.
Censure e bavagli
Innumerevoli i fatti conclamati che riguardano personaggi noti e autorevoli, ma anche ciascuno di noi nel quotidiano: in nome di un ipocrita politically correct, moltissimi sono censurati sui social (varie sospensioni di profili); nella vita reale sono limitate parecchie e pacifiche manifestazioni di pensiero che nulla hanno a che vedere con spauracchi creati appositamente per veicolare la censura. Il pensiero unico dominante avanza e si manifesta sempre meno democratico quando si vietano diffusioni di libri, presentazioni, conferenze e si bloccano profili social.
Integralismo laico
Siamo di fronte ad una specie di integralismo laico, molto simile alle lotte islamiche per annientare il nemico: “Costoro sono gli inveterati nemici” e occorre “assiediarli”, “combatterli finché” il pensiero unico non regni sovrano.
Rispetto, libertà ed identità sono tre campanacci di vita che manifestano presenza e coscienza. Al tempo stesso, la loro limitazione diventa cappio al collo della società.