L’arcobaleno
L’Arcobaleno, segno di serenità dopo un acquazzone. Passato il venticinque aprile, passato il primo maggio, avevo voglia di due semplici riflessioni.
25 aprile
Il decreto che istituisce la festa è un decreto legislativo luogotenenziale che reca la data del 22 aprile 1946 e recita: “A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale.” E’ comunemente chiamata festa della liberazione, o anniversario della resistenza. Si festeggia pertanto la liberazione dall’occupazione nazista e dal governo fascista dell’epoca. Due totalitarismi forti, due oppressioni coalizzate che ridussero fortemente il concetto di democrazia. Una resistenza forte da parte di tutti i partigiani che si sacrificarono e morirono martiri per farci questo prezioso dono a distanza nel tempo.
Bella Ciao
“Mi son alzato, O bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao, Una mattina mi son alzato, E ho trovato l’invasor, O partigiano, portami via, O bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao, O partigiano, portami via, Ché mi sento di morir, O partigiano, Morir, Ciao, ciao, Morir, Bella ciao, ciao, ciao, O partigiano, O partigiano, Bella ciao, ciao, ciao, E se io muoio da partigiano, O bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao, E se io muoio da partigiano, Tu mi devi seppellir. E seppellire lassù in montagna, O bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao, E seppellire lassù in montagna Sotto l’ombra di un bel fior”
E’ una delle canzoni che caratterizzarono quella resistenza all’oppressore. Oggi la si sente cantare in ogni versione, peraltro depurata dal suo significato originario. Sembra divenuta emblema, per il suo uso intensivo, di una sola parte politica.
I partigiani
I partigiani furono tutti, senza colore specifico di bandiera. Si sacrificarono senza pensare ad un’appartenenza se non a quella del paese. Fu partigiano il nostro ex Presidente della Repubblica Sandro Pertini, ma furono martiri tanti altri, uomini, lavoratori, preti, comunisti, gente di ogni estrazione e pensiero, per consegnarci un’unità nazionale fatta di democrazia.
Quale democrazia?
Quale democrazia si può trovare in coloro che non accettano il pluralismo? Il caso della ex professoressa licenziata dal MIUR e il cui ricorso e’ stato recentemente rigettato ne e’ l’emblema. Tutto parte da una manifestazione e dalla contro manifestazione (non autorizzata) concomitante. Mi chiedo: la parola, la sua espressione ha forse bisogno di soverchiare le parole altrui? Tutte le manifestazioni sono autorizzabili. Magari in momenti diversi. Il diritto di esprimersi non solo e’ fondamento di democrazia, ma addirittura il suo contrario, ovvero la costrizione al silenzio, e’ una di quelle forme totalitarie contro le quali i partigiani lottarono. Perche’ allora l’imposizione a tutti i costi del pensiero unico? Dicevo dell’emblema: forse questa ex insegnante che grida alle forze dell’ordine “dovete morire” e tutti coloro che decisero di manifestare nonostante il divieto, rappresentarono un momento di democrazia?
A proposito di manifestazioni
Caso simile è accaduto a Verona nell’occasione del Congresso mondiale delle famiglie. Perché la necessità di contro manifestazioni in contemporanea e nel medesimo luogo? Noto un forte controsenso: “contro manifestanti” che ballavano al canto di “bella ciao”. Chi nega il diritto ad altri di esprimersi si ritiene forse “un resistente” al pari di un partigiano?
Dignitatis Humanae Institute
Impazza sul web, sui social e sui media lo scandalo per la fondazione che mette piede a Trisulti presso la Certosa in Ciociaria. Un cattolico conservatore che ha lo scopo di formare le future classi dirigenti basandosi sulla dottrina sociale della Chiesa. Quale è lo scandalo? Fa scandalo una scuola cattolica mentre nuove moschee no? Stessa opposizione la fece la sinistra molti anni fa in occasione del dibattito sulla privatizzazione dell’insegnamento in Italia. Il problema? Per la sinistra che la Chiesa cattolica ha già proprie scuole e università. Anche in questo caso, il “pensiero unico” non ammette concorrenti.
Boldrini col velo
Laura Boldrini unitamente a Monica Cirinnà si autoproclamarono paladine della libertà della donna. La prima delle due, col solito ballo sulle parole di “bella ciao”, ha anche in uso dialogare con gli islamici munita di apposito velo. Sarebbe come dire “le tradizioni del mio paese possono essere messe da parte per far posto SOLTANTO a quelle altrui”. Fosse solo quello il controsenso. Chi conosce la realtà dei paesi tanto osannati conosce anche che la donna in quei medesimi paesi è considerata solamente un oggetto.
Le croci coperte
E’ forse pluralismo la proposta (mi permetto di dire insensata) di coprire le croci nei cimiteri, in cui ogni defunto, per rispetto, dovrebbe poter lasciare traccia di chi e’ stato? Foscolo docet. Democrazia e’ il rispetto del coesistere.
1° maggio
Era la festa dei lavoratori. Il solo dire “primo maggio” ricorda alla mente per istinto il colore rosso della sinistra. Perché ormai ogni simbolo e ogni significato è stato sapientemente usucapito. Vorrei ricordare che i cristiani festeggiano San Giuseppe Lavoratore.
Non vado oltre… ma vorrei fare un ultimo appello… ridateci l’arcobaleno perché testimonia come il pluralismo è la vera democrazia.
https://m.youtube.com/watch?v=Z26BvHOD_sg
Rosario Galatioto