In questo post non discuterò delle ragioni a favore o contro il vaccino Covid. Come già ribadito in altro contesto, ciascuno deve rimanere libero di fare le proprie valutazioni senza il rischio di essere classificato. Piuttosto, preoccupano i forti limiti che si riscontrano nelle capacità gestionali di chi sta al governo. In altri paesi tutto questo non accade. In Italia, il massimo che si riesce a fare è imbrigliarsi in ciò che per tanto tempo si è cercato di combattere. Si grida tanto contro le discriminazioni, eppure il governo mette in atto una situazione di apartheid tutta nostrana. Non sapendo di cos’altro far parlare, ecco la bella trovata: l’apartheid italiano!
Le incongruenze
Inutile raccontarcele, tanto già si sanno e hanno fatto abbastanza ridere finora. Limiti per ristoranti e bar per i non vaccinati, eppure camerieri e barman non presentano obblighi. Non stiamo neppure a ricordare quanto le limitazioni imposte dall’alto incontrano ormai la distanza nelle teste delle persone. Ognuno fa ciò che vuole, un governo che cambia norme ogni istante non è più un governo di persone credibili e a cui prestare fiducia.
Mense
Ne avevano azzeccata una (probabilmente per statistica; d’altronde non si può sbagliare sempre tutto). Delle mense aziendali e delle mense degli enti pubblici non si era discusso granché e forse era un bene. Invece no, dietro front del governo: se puoi sbagliare anche lì perché sprecare una simile ulteriore occasione?
Lo scenario
Lo scenario attuale, pertanto si presenta così: Tizio vaccinato e con green pass lavora nel medesimo ufficio con Caio non vaccinato e pertanto sprovvisto. Possono condividere lo stesso ufficio, lavorare con le scrivanie attaccate. Per determinati specifiche occupazioni possono lavorare fianco a fianco o essere sulla stessa auto di servizio. Al momento della pausa pranzo, sorge il problema: Tizio entra in mensa, Caio non può. I sindacati (ormai politicizzati) “vanno incontro” (in gergo, il fenomeno si traduce in leccare il culo) al governo: propongono di creare spazi idonei diversificati. In tutto questo nessuno di quelli deputati a suggerire soluzioni si rende conto che anche questo fenomeno è DISCRIMINAZIONE, ovvero si concretizza un apartheid italiano.
Follie
Siamo nel paese in cui l’ovvio è diventato incomprensibile a chi governa. Aspettatevi soluzioni pazzesche tipo i banchi a rotelle della Azzolina oppure i padiglioni vaccinali a forma di margherita di Arcuri. Soluzioni da spesa folle che non risolve alcunché.
I buoni pasto sono espressioni di libertà, non comportano alcun investimento e risolvono il problema sul nascere.
Pensate che ci arriveranno? Io sono scettico.