Mario Draghi, già presentato come l’eroe europeo, adesso è prossimo ad essere presentato come il Salvatore dell’Italia. Roba da film di suspense. Siamo davvero certi che siano soppesate tutte le alternative oppure è solo l’effetto psicologico del disastro governativo da cui si proviene?
Analisi da “corda pazza”
Questo spazio non ha mai avuto alcuna pretesa se non quella di lasciare sfogo alle “riflessioni in libertà”. Procedo dunque e potrebbero essere semplici chiacchiere da bar. Sono indiscutibili le gravi carenze procedurali (ma anche semplicemente di idee) del governo uscente, dallo sperpero dei banchi a rotelle (giacenti ad ammuffire nelle varie scuole), a quello delle “primule” (sarebbe bastato affittare locali con procedure d’urgenza), alle gestioni dei vaccini, del reclutamento personale sanitario, ecc. Eppure i poltronari e loro seguito hanno continuato a “pretendere” di mantenersi al governo come se nulla di disastroso fosse mai accaduto. Roba da paraocchi di regime.
I passi successivi
Verificato (doverosamente) lo scostamento netto del Parlamento con le ridicole ricerche di “macons” che si prestassero a sostenere un governo ridicolo, Mattarella ha dovuto tirar fuori il suo piano B, Mario Draghi. Dopo il disastro precedente (suvvia, quale ministro salvare?), il super esperto di finanza (persino superiore agli attuali vertici europei), appare come l’ingaggio del fuoriclasse. Ma e’ davvero, fra tutte le alternative, la migliore, quella più opportuna, ovvero quello che più aderisce alla volontà degli italiani?
Finalità
Tutto sta nell’identificare le reali priorità. Va detto, perché il costante lavaggio del cervello ha ormai inserito la parola “europeista” fra quelle da non contraddire. Certo è che se il vero bene è restare assoggettati alle volontà di Bruxelles, allora Mario Draghi è l’uomo giusto. Mi permetto di distinguere fra “bene degli italiani” (inteso come popolo) e “bene dell’Italia” (inteso come nazione). Nel secondo caso, lo scopo sembra essere la tenuta dei conti pubblici, qualunque sia il sacrificio da compiere, anche sulla pelle delle future generazioni di italiani. Ribadiamolo, aderire al Recovery Fund significa attivare un prestito oneroso che si andrà a sommare al debito pubblico già esistente.
Programma di governo
Personalmente non ho dubbi, Mario Draghi sembrerebbe davvero la persona più competente a mettere a posto i conti pubblici e a gestire questa gran somma di denaro senza troppi sperperi. Il punto in questione fra le alternative, però resta: è il bene degli italiani? Fra i programmi di governo di Draghi, sembra esserci quello di utilizzare il denaro in questione non per sussidi ma per investimenti in infrastrutture. Giusto, non fa una piega. Tradotto in termini più concreti, come spiegato da lui stesso, significa lasciare morire tutte le piccole e medie imprese che dopo il lockdown attuale non ce la faranno a riaprire. Niente sostegni, dunque, la logica degli investimenti razionali non lascia spazio ai sentimentalismi. Peccato che dietro questa miriade di piccole e medie imprese destinate a morire, ci siano famiglie, persone, esseri umani.
Governo tecnico, governo politico
Un governo tecnico, con a capo un esperto di finanza internazionale e la fiducia dei mercati (e della UE), garantisce meglio risultati migliorativi per l’Italia (Stato). Un governo politico, si sa, punta a garantirsi il favore degli elettori e dovrebbe indugiare in qualche modo sulle politiche assistenziali. Queste ultime non sempre sono direttamente correlate alla crescita economica, ma di certo sarebbe meno asettica di fronte alla “morte economica” del nostro tessuto imprenditoriale. Allora, forse un governo politico, per quanto non sia la più efficace soluzione, potrebbe essere quello che garantisce un miglior livello di “umanità”. Se non fosse così, allora varrebbe anche la regola robotica di sterminare le persone meno capaci o le meno efficienti. In ultimo, in uno Stato democratico, il governo politico è pur sempre il governo voluto dal popolo, non per forza il migliore.
Governo del Presidente
In realtà, Mario Draghi si appresta a formare il governo del Presidente della Repubblica, quello che applicherà alla lettera ogni dettame dell’Unione Europea, che garantirà la piena applicazione dei voleri forti.
Ci domandiamo delle alternative, ma siamo sempre certi di vivere una reale democrazia?
Eh…