Al bando le tendenze
Dopo certe ottusità del “politically correct” se c’è una cosa che non sopporto sono gesti e frasi di tendenza. Pertanto, non datemi nessun potere, perché al di là del rispetto, della libertà di ciascuno e della democrazia, io metterei al bando le tendenze.
I gesti
Mi riferisco per esempio all’odioso e ipocrita cuoricino che si fa unendo indici e pollici di entrambe le mani. Ma l’elenco poi continua ed è anche lungo. Vogliamo parlare di quei gesti tipici del mondo calcistico? Di tutti quei gesti che fanno i giocatori in caso di rete e che tutti quanti scimmiottano come se l’imitazione fosse una cosa intelligente? La “dab”, il gesto della culla, e così via, come se per esprimersi, occorresse per forza, omologarsi ad una moda.
Il linguaggio
Nel linguaggio la cosa si fa ancora più odiosa: “Quello/a spacca!” è diventato il tormentone di quando in campo musicale si riesce bene. “gg”, acronimo di good game (usato iniziamente solo fra i giocatori di videogiochi) ultimamente imperversa e sinceramente rompe i c… Per non parlare degli appellativi di fratellanza universale fra gente che poi si pugnalerebbe se potesse. Mi riferisco al modo chi chiamarsi “frà”, abbreviazione di fratello, “bro”, abbreviazione di brother, “Sta tra”, al posto di “stai tranquillo” e ogni altra abbreviazione. È come se i giovani d’oggi facessero fatica a usare le parole complete o non avessero tempo per farlo.
Simboli
Non bastavano gli emoticons stile “like”, “ok”, e “cuoricini” per le approvazioni. La malattia cronica per gli acronimi (acronimicità si può coniare?) sta rendendo il linguaggio umano sempre più povero e ridotto a pochi semplici grugniti.
Appartenenza
L’appartenenza a un gruppo è molto spesso una necessità sociale che restituisce sicurezza agli insicuri. Però mi domando: bisogna per forza aderire all’idiozia?
Gli adolescenti di tutte le epoche hanno inventato linguaggi di appartenenza alla propria età, il problema sono i non più adolescenti che usano lo stesso linguaggio e le stesse gestualità.