Esiste un’Agenzia delle Entrate che si occupa di riscuotere il denaro delle tasse dai contribuenti e farle affluire alle casse dello Stato. Allora perché non attivare un’Agenzia delle Uscite per casi come quello odierno in cui occorre distribuire denaro ad una platea molto ampia di persone?
Sostegno economico
Il provvedimento d’urgenza varato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri prevede un sostegno immediato alle famiglie che in questo contesto si sono trovate improvvisamente in una situazione di default economico che non consente loro di fare la spesa. Per far arrivare quanto occorre, Conte ha previsto di coinvolgere i comuni definendo i sindaci “le prime sentinelle del territorio”; a sostegno di essi le associazioni e tutti gli enti di volontariato che provvederanno a far pervenire un buono spesa e derrate alimentari alle persone che ne hanno bisogno. Allo stesso tempo, per gli autonomi e varie altre categorie non dipendenti è stata prevista l’erogazione di una cifra pari a seicento euro.
Una storia di umiliazione
I comuni sono gli enti locali pubblici più periferici dell’apparato dello Stato. Le associazioni esprimono la spontanea aggregazione della gente per una finalità che solitamente integra le falle dell’apparato burocratico. Fin qui, sembrerebbe tutto corretto. La domanda però emerge: perché non erogare direttamente ai singoli senza far passare la gente attraverso l’umiliazione di andare a ritirare derrate alimentari e buoni spesa?
Longa manus dello stato
La longa manus dello Stato riesce a raggiungere ogni contribuente quando vuole tramite le Agenzie delle Entrate. Quando si tratta di riscuotere lo Stato si è creato l’ente ad hoc che svolge la funzione. Perché non ha mai creato, il pari ente che distribuisce? Oggi sarebbe stato l’organismo funzionale per questa finalità e avrebbe avuto tutta la specializzazione per verificare i casi di reale indigenza su una platea così vasta.
Il rischio
Passare dalle associazioni ed enti di volontariato comporta in un caso così diffuso un problema di non poco conto. Oltre alla funzione si finisce col delegare un potere pericoloso che crea una sorta di dipendenza nella situazione di bisogno. Per capirci, rischia di accadere ciò che abbiamo combattuto nelle altre “associazioni spontanee” che si sono qualificate come mafie. Queste forme di criminalità, infatti, hanno preso piede quando lo Stato si poneva distante dal cittadino, quando quest’ultimo, per necessità, ha percepito la vicinanza di altre forme organizzate che sopperivano meglio e direttamente ai bisogni.
Le istituzioni perdono ancora una volta nella sfida della solidarietà.
Rosario Galatioto